Non è tutta efficienza ciò che luccica: I^ parte
Le somme si tirano a giochi fatti…
Lo sapevamo già ancor prima che il superbonus partisse, ma a due anni dallo svolgimento di cantieri dai ritmi forsennati cominciamo già a sentire le prime avvisaglie da parte di proprietari insoddisfatti degli interventi svolti e da poco completati.
Impianti che consumano un botto di energia e difficoltà nello scaldare la casa (perché mal progettati o perché la pompa di calore disponibile era di una o due taglie superiore) formazione di muffa, e senza voler portare jella a nessuno nei prossimi anni vedremo anche molti cappotti da sostituire o riparare.
Colpa del superbonus? Si anche, ma l’elenco di come dovrebbe essere stata la norma richiederebbe un articolo a parte e con il senno di poi…….
La vera domanda è: come avremo dovuto sfruttare al meglio l’incentivo❓
👉Sicuramente coibentando! Tanto e bene!
Anche perché la prossima direttiva EPBD traccerà le linee guida per portare tutti gli edifici a emissioni zero entro il 2050.
Per “uccidere” un fabbisogno energetico bisogna coibentare, e non adottare sistemi “tutto impianto”.
Il must Pompa di calore/ibrido, fotovoltaico e batteria entro il 2050 (tanto facile per beneficiare del superbonus) avrà bisogno di diverse manutenzioni e sostituzioni. L’involucro edilizio (solo se ho coibentato bene) al 2050 ci arriverà.
Di riqualificazioni energetiche ne abbiamo seguite diverse, ma voglio raccontarti di come ho voluto sfruttare il superbonus per la riqualificazione di casa mia🏡. Non per vanto, ma perché voglio condividere la mia esperienza in quanto grazie al progettista degli impianti ho potuto capire come ottimizzare il funzionamento della mia pompa di calore massimizzando la resa termica e contenendone i consumi.
Iniziava l’avventura….
L’involucro edilizio:
▪️ Cappotto da 16 cm in eps migliorato con grafite (avrei voluto di più ma per ragioni di spazio esterno non potevo;
▪️ Isolamento di sottotetto con insufflaggio di cellulosa per uno spessore di 40 cm;
▪️ Sostituzione dei serramenti con finestre in PVC da 71mm e triplo vetro basso emissivo con “bordo caldo”, posa con monoblocco 4 lati;
▪️ Oscuranti del tipo roll-flap (a lamelle inclinabili)
E per gli impianti:
▪️ Sostituzione della vecchia caldaia con generatore ibrido (pompa di calore monoblocco da 5kW e caldaia a condensazione, quest’ultima funziona per la sola produzione di acqua calda sanitaria perché in casa non avevo abbastanza spazio per l’installazione di un bollitore e avremo dovuto rifare tutti gli attacchi della rete acs/afs con aggravio di costi e tempi);
▪️ Distribuzione ed emissione a termosifoni sono rimasti tali;
▪️ Regolazione con valvole termostatiche configurabili con profilo utenza personalizzato da app;
▪️ 2 unità VMC con ripresa canalizzata, una al piano terra e una al piano primo;
▪️ Un impianto fotovoltaico da 6 kWp;
▪️ Pacco batterie di accumulo da 13.8 kWh;
▪️ Distribuzione dell’impianto elettrico e idraulico invariate senza praticare accorgimenti per tenuta all’aria.
👉Siamo ritornati a casa a Luglio scorso e in casa si sta da Dio (parole di mia moglie perché se lo dico io non vale 😅) perché le pareti interne d’inverno hanno temperature superficiali sempre vicine ai 20°C e il ricambio aria è affidato alla VMC con portata automatica in funzione del carico di umidità relativa e CO2.
👉La mattina appena svegliati non si sente più l’aria viziata di un tempo e molto altro…
👉D’estate invece quando il sole picchia forte la cellulosa nel sottotetto evita il surriscaldamento, e le tapparelle a lamelle inclinabili non fanno mai entrare i raggi del sole che scaldano, garantendo però in tutte le stanze luminosità diffusa. Non accediamo mai il condizionatore, ma con semplice deumidificazione in casa restano quei 26°C al 55/60% di UR.
📈La nostra casetta è salita da una classe D a una A4, con un valore di tenuta all’aria n50=1.60 vol/h. Un Risultato discreto pensando che prima di fare i lavori il suo valore n50 era 2.70 vol/h e non è stato possibile durante i lavori intonacare le tracce degli impianti esistenti. I lavori edili sarebbero stati più costosi e avrei dovuto rifare completamente anche l’impianto elettrico. Il limite di un CasaClima A è n50=1.50 vol/h ma ti confesso che quell’1.60 mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca perché nel nostro lavoro miriamo a prestazioni molto più elevate.
Come dicevo l’aspetto più importante di questa esperienza è che con l’assistenza dell’ing. Paolo Savoia (progettista dell’impianto) ho monitorato e continuo a monitorare i consumi elettrici e quindi il rendimento della mia pompa di calore.
🎯Ho concentrato il funzionamento della stessa facendola lavorare per 7 ore al giorno con temperatura di mandata a 38°C, dalle 11.00 alle 18.00 (le ore maggiormente soleggiate e con temperature esterne più elevate) concentrando in quelle ore il carico termico 21.5/22 C. In questo modo evito i cicli on/off (pendolamento) della pompa di calore annullando così maggiori consumi e inefficienza.
Di conseguenza con un involucro ermetico e ben coibentato riesco a mantenere in casa la temperatura di comfort senza alcun problema fino alle 11.00 del giorno successivo. Dalle 18.00 alle 11.00 del mattino seguente la temperatura cala al massimo di 1°C con temperatura esterna vicina a 0°C
E visti i rincari energetici quanto abbiamo speso in riscaldamento?
Poco! tieni conto che il consumo giornaliero medio della mia pompa di calore (dopo le ottimizzazioni di funzionamento) va dai 4.5 ai 5.5 kWh e con un costo di 0.35 €/kWh la spesa è di qualche euro. Nelle giornate soleggiate comunque è “tutto aggratis” grazie al fotovoltaico e al vetro extra chiaro dei serramenti! Apporti solari fantastici!!
Facile no?
Invece no!
Un edificio in pompa di calore per consumare poco deve:
✔️avere un basso fabbisogno energetico (coibentazioni generose, ponti termici ai minimi termini possibili, serramenti performanti tenendo sempre d’occhio il rapporto costi/benefici)
✔️avere una grande tenuta all’aria (dove la casa perde aria perde energia e nascono anche problemi del tipo muffa, condense, ecc..)
📊La pompa di calore poi deve essere dimensionata in modo super corretto, perché non è una caldaia e la sua taglia deve essere esatta. Se è troppo potente rischia di pendolare! Si accende e si spegne ripetutamente consumando molta energia elettrica non riuscendo quindi a scaricare la sua potenza e a riscaldare l’acqua dei termosifoni o dell’impianto a pavimento con sensibile aumento dei costi in bolletta.
Insomma, un edificio ad alta efficienza non è semplice da realizzare. O meglio lo è se prima è stato progettato in modo minuzioso e attento nelle sue due componenti (involucro e impianto) e poi realizzato con la stessa attenzione! Dell’importanza progettuale te ne parlerò fra qualche giorno nella seconda parte dell’articolo…
Se vuoi condividere anche la tua esperienza o vuoi approfondire quanto ti ho raccontato scrivimelo nei commenti, sarò felice di risponderti.
Un saluto
Antonio
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